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Libro delle Proposte (1536-38), detto anche Ms. 30

(testo orig., segue trad. it.):

LIBRO DELLE PROPOSTE

overo de gl’atti d’alcuni capitoli fatti in vita et dopo morte del beato padre Gieronimo Miani

Adì 4 zugnio 1536 in Bresa se reduse la compagnia de li poveri dereliti qual sono questi: Messer pre.Alixandro Melanese, messer pre.Augustino da Bergomo, messer Ieronimo Miani, primo padre dessi poveri, Marcho Melanese, Zovan terzo da Como, Christoforo, Zovan Antonio Vergezi, Romerio, Zovan Francesco gran, Zovan Antonio da Milan, Augustino, Zovan gran, Peder da Valdimagna, Iob non è venuto è amalato et è a Bergomo, Francesco primo, Bernardino primo, Martino, Bartholomeo, Iacomo, Bernardino secondo.
133) El se recorda che quelli che non sono de la compagnia possano domandar perdonanza, quan fano alcuno male che non se sano. Al numero 129 lè dito.
El se aricorda che li governatori, quando trovano qualche poveri bisognosi, lo facino saper al logo tenent et suvenirli. Et anchora quando alcuni bateno ala porta, non vada se non el portinaro. Item se aricorda de la lectione de lezer a tavola, quando se trova se non uno che sapia lezer ali hospitali.
Item che qua se habia a far osservar li nostri ordini, così del bater, quanto del parlar a tavola et così del lezer a tavola.
(otener) Proponer el contra...ma che altri cal prepare...et qua non è...et che niun el sapia.
Messer pre.Augustino crida: poca mortificacium, poca cura de le aneme, poca vigilancia.
138) Chel se facia uno capitolar da lezer a tuti chi vien in caza, (del ma) de tute le cose che bizogna avertirli: maxime del fazer, del portar via roba, de quel che porta sarà in comun ett che non è più cosa alcuna sua, né al partir labia a domandar cosa alcuna como sua, né tenir como sua, de la obedientia, dela povertà et pasiencia, del patir nel manzar, dormir ett vestir, de le devocium, confesiun, dezuni, de le malatie, de le astinencie ne le malatie, dela mortificaciun, parlar baso, poche parole, maxime de zurar, biastemar, né dir buzì, non se excusar del mal fatto, domandar la licentia de ogni cosa, et perfina che lè novizio el non facia alcuna cosa cencia licentia, ett altre cose apartien al novicio, ett anche atacar una toleta al muro de sti ordini novizal. Ett nel su partir poi se uzi la carità, et non lasarli partir con ira sel si pol.
otenuto.
L’ordine si de tenir inanti si faza el reduto di 4 mesi.
Perché tutte le cose fate cun rason si acostano sempre ala verità et tal cose piazano a Dio et li soi servi, per tanto voliando che questo reduto, che si fa ogni 4 mesi, di servi di poveri et de li tre zentilhomeni per cità.
139) Perché tutte le cose previste hano melior exito di quelle son fate ala improvista, per tanto al reduto che si fa ogni 4 mesi di servi di poveri et di 3 deli lochi, si dia quest’ordine infrascrito.
Et prima si reducha insieme li 3 de la conpagnia di servi di poveri 8 d’inanti chi se reducha la conpagnia, per tractar quello si à da proponer ala dita conpagnia et ali diti 3 deli lochi. Et del reduto de li diti 3 servi si faza saper a tutti li comessi di lochi el dì dil reduto; et un mese inanti si faza saper dove et quando si farà dito reduto, atiò che tutti siano avisati, (atiò) et si possano melio (far) liberarsi et disponersi a dito reduto. Et da poi 8 dì dil reduto dela conpagnia, si redurano li 3 deli lochi preparati ala comunion. Item li comissi quan venerano a dito reduto, habano a portar in scriptis 5 polize di puti: zoè una de puti che son da dar via, una di officiali, et una dil ordine vechio de tutti li puti, et laltra del ordine novo di quelli meritano esser disgradati, et un altra de (quelli) li ordeni et desordeni si hano da proponer, in la qual poliza si meta la ezamina de tutti puti del loco di ciascun comisso.
Et oltra chi recordarà li 3 di lochi, zoè dun procurator et un di li 3, habano anchora li diti comisi a proponer li diti ciaschun in li soi lochi.
Per esser alquanto obschuro lo soprascrito capitolo, qua si declara più diffusamente: zoè d’aproponer in cambio di quello procurator chi haverà a esser cambiato in capo di quelli 4 mesi et anchora dun altro cambio, qual si havarà a dar a un de li 3 per cità, et non obstante che questo medemo lo farà li diti 3 per cità; ma questo si de far atiò che più agilmente si possa cognosser la più vera via et li homini più prompti a tal spiritual exercitio et più prompti al reduto.
Item che tutti, cossì quelli dela conpagnia como li 3 per loco, habano a portar tutti qualche cosa da proponer nel reduto di ciascuno.
ottenuto.
Item el dito reduto se farà in questi 3 tempi: zoè al Pentecoste, el dì di Ognisanti et el dì de S.Matia over ala Anonciacion de la Madona, non venendo soto la septimana santa.
Item el dito reduto se farà una volta per locho segondo la ocorenzia.
139 1/10) (Lè da considerar sel stese) al capitolo tratar sel sta ben cercà ali tempi, over al bisogno. Per la conpagnia par de no, ma sercar al bisogno, sel se dovese tigner continuamente cercanti fora.
139 2/10) Al capitolo domandar como.....el dar l’acqua queli che van de soto.
140. Al capitolo se arecorda se mandi li vizitadori con i ordeni novi; poi inanti el capitolo per invidar al capitolo, per preparar et esaminar li puti como se à portà el comeso.

Libro de le proposte da far a la Compagnia.
In nomine patris et filii et spiritus sancti. Amen
Pater noster, Ave Maria. Credo in Deum. Salve Regina
Dulce padre nostro signor Iesù Christo, te pregamo per tua infinita bontà, che reformi la christianità a quello stato de sanctità, lo qual fu nel tempo di toi appostoli.
Exaudi nos domine quoniam benigna est misericordia tua et secundum multitudinem miserationum tuarum respice nos. Domine Iesu Christe fili Dei vivi miserere nobis (sic dicitur ter.
In viam pacis, caritatis, prosperitatis dirigat me (defendat me) potentia Dei patris et sapientia filii et virtus spiritus sancti et ipsa gloriosa virgo Maria. Et angelus Raphael, qui fuit semper cum Tobia, sic sit mecum in omni loco et via. O bone Iesu, o bone Iesu, o bone Iesu, Amor meus et Deus meus, in te confido non erubescham.
Sequita la recomandatione per impetrare una vera confidentia nel signor.
Confidemosi nel nostro signor benignissimo et habiam vera speranza in lui solo, imperochè tutti chi spera in lui, non sarano confusi in aeternum et sarano stabili, fondati sopra la firma pietra; et atiò che habiamo questa sancta gratia, si ricoraremo a la madre de le gratie, dicendo: Ave Maria.
Ancora ringratiamo il nostro signor Dio et padre celeste de tutti li doni et gratie chel ne à fati et che di continuo el ne fa, pregando che per l’avenire el si degni di soccorrerci in tutti li bisogni et temporali et spirituali: Pater noster.
Pregemo ancora la Madona la si degni pregar el suo diletissimo filiolo per tutti quanti noi, atiò chel si degni di concederne che habiamo ad essere humili et mansueti di core, amar sua divina maestà sopra ogni cosa, lo proximo nostro como noi medesmi; et chel ne extirpi li vitii et cressi le vertù et ne dia la sua santa pace: Ave Maria. Dio vi dia pace (et datur pax inter patres).
Anchora pregamo Dio per la giesia sua perfectissima in cielo, cioè per li beati, atiò gli accreschi li gaudii accidentali; per la giesia perfecta in terra, cioè per quelli chi son nela gratia sua, atiò gli acrescha le vertù et gratie et li conservi nela observantia de soi comandamenti; per la imperfecta, cioè pecatori, atiò li dia emendatione de vita et remisione de loro pecati; per la purgativa, atiò li liberi da quelle pene et gli dì la gloria eterna; per la giesia sua che pol essere, cioè per li infideli chi son al presente et chi saranno, atiò gli doni il lume dela fede. Et ditto un pater noster et una ave Maria si dimandino le preditte cose mentalmente al signor.
Poi un ave Maria per monsignor cardinal da Chieti; et per il padre Gaietano et per tutta la sua religione; per li padri capucini; per il padre frate Paulo et soi conpagni; et per la madre sor Andrea, et per la madre sor Archangela, et sor Bonaventura, et per madona Elisabeta Capelo et per madona Cicilia. Poi un ave Maria per tutti li nostri padri sacerdoti presenti et absenti, et chi son per intrar a queste sante opere, et per tutti li comissi, et tutti li altri nostri fratelli chi a loro son consegnati da servir, atiò lo signor gi dia carità perfecta, humiltà profunda et pacientia per amor de sua maestà.
Poi per tutti li benefactori de tutte le opere, per li procurator, caseri, spenditori et tutti quelli chi dano aiuto, conselio et favore a tutte queste opere: Ave Maria
Poi per...
Poi per tutti quelli chi se racomandano a nostre orationi, per quelli chi pregano Dio per noi et per quelli che siam debitori a pregar per loro, et per nostri amici et inimici, et per tutti li fideli defunti, maxime per li nostri padri et nostri fratelli et sorelle, parenti et amici, et etiam per il nostro padre messer Hieronimo, et tutti li altri nostri fratelli dela compagnia, et tutti li defunti de queste opere pie: Ave Maria.
Poi elevemo la mente a Dio et pregamolo chel si degni per sua misericordia exaudir le oratione fate così miseramente, che suplischa lui per tutti li deffeti fati per noi, perché lui è il principio, mezo e fine et suplimento di ogni bene: fate queste et altre oratione, secondo el signor vi sporge. Poi si fa ancora oratione mentale per spacio de un miserere per le... oratione vocale. Poi sequita: humiliemosi tutti nel conspecto dil nostro padre celeste come filioli prodigi che habiamo disipato ogni nostra sustanzia spirituale et temporale, vivendo malamente: et però domandemogli misericordia, digando: misericordia, habiam misericordia, filiol de Dio vivo: Deus propicius est mihi peccatori. In nomine patris et filii et spiritus sancti. Amen.
Da poi el sacerdote dice una oratione secundo el signor lo inspira; et finita se dice 3 pater noster et 3 Ave Maria. sotto voce, cum li brazi in croce, pregandol, in memoria de li 3 chiodi cum li quali lui volse esser crucifixo, chel ne conceda gratia di despreciar tutte le cose del mundo, et noi medesimi. Et pregemo per la giesia, atiò chel degni di reformarla al stato pristino di la sua santa giesia et atiò che si degni di meter pace et concordia fra tutti li signori christiani, atiò che uniti in santa pase vadino contra li infideli et eretici, atiò che li habano da recognosersi et venir soto il giugo di la santa giesia catolica. Poi si dice un pater et ave in secreto, a honor et gloria de tuti li sancti et sante et de tutti li angeli, arcangeli et maxime de quelli chi ne hano in sua custodia, atiò ne guardino da ogni tentatione dil mondo, carne et demonio; et che li si degni presentar tutte le nostre tepide orationi inanti al nostro Signor Dio, et pregarlo el ne volia exaudir et defenderne da ogni murmuro et da ogni iudicio temerario et ne faci caminar in verità per la sua santa via.
finis
El si propone che ogni volta chel si fa loratione dele 40 hore, che subito chel si mette il santissimo sacramento, chel si faza un poco di processione, almancho intorno la giesa et poi reposto in sul altare, si canti la laude dil dolce Iesù; et questa processione si faza cum li misteri dela pasione, se gi sono, sin autem senza. Et al fine dela salve regina, ale ore, si dica Deus qui nobis sub sacramento mirabili; et in la messa si dica similiter.
Cum sit che il tanto mandar in cercha li puti, maxime a mandarli cum le casete ale porte delle giesie, lè gran perdimento de anime et distractione dale cose spirituale, el si propone che non si haba mai a mandar li putti ale porte dele giese cum caselle per catar dinari, et dele altre elemosine si haba circhar modo di lavorar tanto che si viva di sudore suo, et di quello chi mancha si tolia elemosine.
Obtenuto: chel si faza cum lisentia di ordinari.
Obtenuto: come el si lavora et chel lavoreri va cresando, chel si cali lo frequentar di mandar le caselete ale porte.
El si propone che oltra lofficio dela madona, la domenica, dito il vespero dela madona, si dica il vespero per tutti li fideli defunti, maxime per li benefactori; et il luni sequente, da poi il matutino dela madona, si dica un nocturno da morti cum il laudes; il mercore li graduali sedendo; la zobia l’officio del spirito sancto; el venere lofficio dela croce o dela pasione; la dominica, da poi il matutino dela madona, si dica il sete psalmi penetentiali, in genugione, cum li letanie et orationi.
El si propone che tutti dela conpagnia e il venere inanti dì eli fazano la disiplina, secretamente dala multitudine di altri, in memoria dela pasione del nostro signor.
E’ otenuto che la dominica si dica li sete psalmi da poi lofficio dela madona; ma li dì feriali (si) non si dirà altro che lofficio dela madona, eceto che se in listesi ven qualche festa, si dica lofficio di morti, et similiter el mercori li graduali, la zobia dil spirito sancto et il venere dila croce, se in queli dì sarà qualche festa.
El si propone come el si haba a dar special coadiutor a li comessi in tutti li hospitali; et che al tempo dil capitolo quelo coadiutore haba a restar in loco dil comeso, o chel sia dela compagnia o non; et haba questo altro carico, al tempo chel comeso à da venir al capitolo, che laba a redur insema tutti li puti di quella opera et, fata la oratione, domandi a tutti secretamente de uno in uno deli errori del comesso; et costui tolia cum lui doi presidenti, et che vedano il simile, et meti ogni cosa in scrito, et la mandi al capitolo per altri cha per el comesso.
Perché el si vede per experientia che quasi in tutti li hospitali ge sono molti desobedientie et desordeni, talmente che le persone ne resteno scandalizati et mal edificati; et vedando che questo parte procede dali comessi chi sono indiscreti et chi non hano zelo dele anime et pocha cura de si stessi, et anche procede parte che quelli chi fano questi tali disordeni, non sono firmi in le opere; pertanto el si propone che prima li comessi si voliano melio haver cura prima circha a si et poi ali recomandanti al loro (servir) custodia, et far diligente scrutinio circha a tutta la casa, et quelli si trovarano esser disturbo et donde non retroveno posser quetarli per via alchuna, si veda di trovarli altra via, o di darli a star cum altri, et altra melior via che sia sua salute.
Iesu + Christus
El parer mio.
Noi poveri domandiamo che li nostri sacerdoti possano vivere de elemosina, sotto lospitalità; celebrar ala Romana, etiam neli interdicti, non causandolo, secretamente con noi poveri. Confessar in tutte lopere etiam li coniuncti. Dir lofficio ordinatamente insieme. Predicar nele nostre opere publicamente. Declarar sive legere la scriptura sacra in lopere nostre. Possano prendere li ordini sacri senza intrada, quelli che vorano ascender al iugho del sacerdotio. Possano tra loro constituirse un capo per prestarli obedientia. Sotto la hospitalità possano renontiar ogni cosa. Che tutti quelli che saranno in queste opere aut coniuncti, possano recevere in morte indulgentia plenaria et in vita le statione.
Star sotto lordinario del resto.
El se propone chel capitolo non se habia a fare se non due volte lanno, et che si habia rispecto a non farlo in tempo di quadragesima, per non incomodar le devotioni. Et per scontro de capitolo si manda più spesso in visita, qual si habia a fare da doi ali quali siano divise le cità, per non poter uno solo attender a tutti li lochi commodamente.
El se propone che quando el se ha da accettare alchuno in la Compagnia prima el se habia a tor lo (voce) parer deli fratelli.
Lè obtenuto che non si faza il capitolo se non doi volte alano de sei mesi in sei mesi, ma chel si observa lusanza di andar doi volte in visita da un capitolo alaltro
Item che nessuno de coloro che stanno ne le opere non abiano a tenere neli libri signacoli de seda.
Item che ne le opere in refitorio non se usano tovaglie, ma uno povero (tondin) tovaiolino per achadauno; et le tovaglie che se habiano a spezare per servire ad altri bisogni; et se acadesse che alchuna opera abundasse de queste, ne serveno ale altre. Intravenendo venire persona nobile a manzare fra gli poveri, che se usa quello medesimo modo, ma alquanto con più netito.
Item che non se compra carne in nessuno tempo, eccepto che per tempo de necessità, per infermi, o vegii; ma che lo comesso abia autorità, quando che non fusse dato alcuna cossa per elimosina, chel possa far comparare qualche cossa de le più vile intempo de le domeniche overo a qualche altra festa solemne.
Item che se non fusse in caxa tanto companadigo che sia sufficiente a darne a tutti, non se dia fora, eccepto ali vegii et putti picholi; et dandose, che se compartisse a tutti, tanto che ogniuno la sua portione abia avere.
Item che né a capitoli né altri tempi in caxa de poveri non se faza rosto de nesuna sorte eccepto per infermi.
Item che li comessi continuo in tutte le opere abino a recordare chel se observa la povertà, et masime nel condire la minestra et brusar de legna.
Item pregare li fratelli de la compagnia ala observantia del capitolo fatto et ordinato da la filice et beata anima del nostro padre messer Ieronimo circha di la povertà, che se contene in ditto capitolo de le debite circonstantia, tanto de la povertà interiore como esteriore; et per observantia de quello declararsi el modo del vestire.
Item se alcuno serà inspirati del spirito del signor, per confirmarsi più ala voluntà de quella felice anima de nostro padre messer Ieronimo circha la povertade, la qual molto laveva al core et con opere el demonstrò, non volendo portare camixe de panno lino, siano provisti de camise de lanna, dummodo che non siano de saia; e questo non sia per singularitade, ma per incitare li altri fratelli a seguitare (li altri fratelli) nostro signor Iesù Christo nudo in croce.
Item chel se faza fare per le opere de li capuzin per li cerchanti, overo mantelini per (copris) coprirse, quando vano ala cercha et per viagio.
Se faza.
In tutte le opere si faza quelli chi si pol.
Lè sta eleti messer padre Federico, messer padre Angelo Marcho et messer padre Marcho a una cum lo primo padre et conseieri, quali habano la auctorità di tutta la compagnia, eccetto che di casar né recever alchun in la compagnia, et creser né minuir usanze; et questo nel capitolo fato circha a S.Bartolomeo di agosto 1538, fato a Santa Maria del Sabionzello.
Che a Pavia el si metti li putti picolini cum qualche altro grandetto, chi li aiuti, chi sia senza malicia.
Si faza
Che non si accepti el loco del Sabionzello, sel non è libero al tutto.
A messer padre Marcho è dato il caricho di transcriver tutte le usanze in un solo libro per ordine; et che ne sia fato tante copie como sono li hospitali, et sene diano uno per locho.
Io don Luca Antonio Fasolo chierico regolare di Somasca confesso con giuramento haver sentito da Tognò et Tognì, homini già d’età 80 anni, dimandati da me se conoscessero il padre Ieronimo Miani, et mi racontorno questo in particolare. Che ritrovandosi duoi fratelli inimici, et caminando verso la terra di Vercurà uno et l’altro veniva verso Somasca, incontrandosi insieme verso la calata, biastemando la Vergine santissima et nostro Signore, il padre Miani, ritrovandosi mentre facevano contesa fra loro, disse queste parole: o fratelli, che male ha fatto nostro Signore et la beata Vergine, che tanto atrocemente biastemate? Io farò per voi la penitenza. Et così se inginocchiò nel fango, et con la propria bocca pigliava il fango et dimandando misericordia a nostro Signore, quelli fratelli, vedendo tale segno, si abbracciorno et si basciorno insieme, facendo la pace. Questo è quanto io ho sentito dire da questi dui sopra detti. Et più da questi ho sentito dire, essendo io di età circa 16 et 17, che l’istesso nostro padre Miani ha fatto miracolo della moltiplicazione del pane.

Libro delle Proposte (trad. italiana):

Il 04 giugno del 1536 si riunì a Brescia la Compagnia dei poveri derelitti. Essi sono: messer prete Alessandro milanese, messer prete Agostino di Bergamo, messer Girolamo Miani, primo Padre di questi poveri, Marco milanese, Giovanni terzo da Como, Cristoforo, Giovanni Antonio Vergezi, Romerio, Giovanni Francesco grande, Giovanni Antonio da Milano, Agostino, Giovanni grande, Pietro di Valdimagna, Iob è assente perché malato ed è a Bergamo, Francesco primo, Bernardino primo, Martino, Bartolomeo, Giacomo, Bernardino secondo.
133) Anche quelli che non fanno parte della Compagnia possono domandare perdonanza quando incorrono in qualche peccato di cui non ne sono a conoscenza. E’ detto al n.129.
I governatori quando individuano qualche povero bisognoso, lo facciano sapere al luogo tenente e lo aiutino; quando qualcuno bussa alla porta, non vada altri ad aprire se non il portinaio; si ricorda anche l’impegno di leggere a tavola quando negli ospedali ve n’è qualcuno capace.
Si facciano osservare i nostri ordini, riguardo al bussare alla porta, al parlare a tavola e al leggere a tavola.
Messer prete Agostino esclama con forza: poca mortificazione, poca cura delle anime, poca vigilanza.
138) Si prepari un regolamento da leggere a tutti quelli che vengono in casa; contenga tutte le norme delle quali è necessario avvertirli e principalmente del lavorare e del portare via roba; che quanto ognuno porta sarà messo in comune e nulla sarà ritenuto cosa propria; se qualcuno dovesse tornare indietro non richiederà nulla come suo né potrà trattenere un oggetto come fosse una proprietà personale; bisogna avvertirli degli obblighi circa l’obbedienza, la povertà e la pazienza; sui disagi nel mangiare, nel dormire e nel vestire; circa la devozione, la confessione, i digiuni, le malattie, le astinenze nella malattia, la mortificazione, il parlare a bassa voce, il dir poche parole, e soprattutto, del non giurare, del non bestemmiare, del non dir bugie, del non cercare scuse per il male fatto, del chiedere il permesso per ogni cosa, e che, finché uno è novizio, di non fare nulla senza permesso; infine, si avvertano su tutte le altre cose che sono proprie del novizio; si appenda al muro una bacheca dove esporre tutti questi ordinamenti riguardanti i novizi. Se poi decidessero di andar via siano trattati con carità e non si lascino partire con ira, se è possibile.
ottenuto.
Procedura da seguire prima di fare il ridotto dei servi dei poveri ogni quattro mesi.
Tutte le cose fatte con criterio si avvicinano sempre alla verità e piacciono a Dio e ai suoi servi, perciò si vuole che questo ridotto dei Servi dei poveri e dei tre Gentiluomini per città che si faccia ogni quattro mesi.
139) Siccome tutte le cose programmate hanno miglior esito di quelle fatte con improvvisazione, al ridotto dei servi dei poveri e dei tre per luogo, che si fa ogni quattro mesi, si dia il seguente ordine.
Otto giorni prima del ridotto della Compagnia, si ritrovino insieme i tre servi dei poveri per trattare quello che si dovrà proporre alla Compagnia e ai detti tre dei luoghi. Si comunichi a tutti i commessi dei luoghi il giorno fissato per il ridotto dei tre servi; un mese prima si comunichi data e luogo del ridotto in modo che tutti ne siano a conoscenza e possano liberarsi e disporsi al ridotto. Otto giorni dopo il ridotto della Compagnia si raduneranno i tre dei luoghi preparati per la comunione. I commessi, poi, quando verranno al ridotto portino, per scritto, 5 elenchi e cioè quello:
- degli orfani che si devono dare a padrone,
- degli officiali con i vari incarichi,
- di tutti gli orfani presenti secondo il vecchio stato della casa,
- di quelli che devono essere cambiati secondo il nuovo stato della casa,
- degli ordini e dei disordini da portare a discussione: a questo elenco si alleghi anche una relazione di tutti i ragazzi affidati ad ogni commesso.
Oltre a quelli che presenteranno i tre dei luoghi, un procuratore e uno dei tre, i commessi propongano i due sopraddetti, ciascuno nel suo luogo.
Per essere alquanto oscuro il precedente capitolo, lo si chiarisce più diffusamente qui di seguito: tutti i commessi dei luoghi, dopo aver pregato, valutino attentamente chi debba essere presentato al posto di quel procuratore che deve essere sostituito, scaduti i 4 mesi; considerino pure il cambio di uno dei tre per città nonostante che questo spetti ai tre per città. Questo si deve fare per conoscere con maggior facilità la via più certa e per scegliere gli uomini più idonei a questo spirituale esercizio e più disposti al ridotto;
Tutti, gli appartenenti alla Compagnia e i tre per luogo, portino proposte al ridotto.
Ottenuto.
Il ridotto si farà: a Pentecoste, il giorno di tutti i Santi e il giorno di S.Mattia, oppure dell’Annunciazione della Madonna, se non coincide con la settimana santa.
Il ridotto si farà una volta in un luogo e altre volte in un altro, secondo l’opportunità.
Si deve esaminare se sia competenza del capitolo trattare o se invece sia meglio considerare i tempi o i bisogni. Alla Compagnia sembra di no, ma guardare al bisogno, (....) se i cercatori si debbano tenere continuamente fuori.
Al Capitolo domandare come...dar l’acqua a chi va di sotto.
Si fa presente al Capitolo la convenienza di mandare i visitatori presso i vari luoghi la prima volta per portare i nuovi ordini e una seconda volta per invitare al Capitolo, per predisporre le varie cose e per sondare tra i fanciulli il comportamento del commesso.

Il libro delle proposte da fare alla Compagnia
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Padre nostro, Ave Maria, Credo, salve Regina.
Dolce padre nostro Signore Gesù Cristo, ti preghiamo per la tua infinita bontà di riformare il popolo cristiano a quello stato di sanità, che fu al tempo dei tuoi apostoli.
Ascoltaci, o Signore, perché benigna è la tua misericordia e nella tua immensa tenerezza volgiti verso di noi. Signore Gesù Cristo, figlio di Dio vivo, abbi pietà di noi. (si ripete tre volte).
Nella via della pace, della carità e della prosperità mi guidi e mi difenda la potenza di Dio Padre, la sapienza del Figlio e la forza dello Spirito Santo e la gloriosa Vergine Maria. L’angelo Raffaele che era sempre con Tobia, sia anche con me in ogni luogo e via. O Gesù buono, o Gesù buono, o Gesù buono, amore mio e Dio mio, in te confido, io non sia confuso.
Segue l’esortazione per impetrare una vera confidenza nel Signore.
Confidiamo nel nostro Signore benignissimo e abbiamo vera speranza in lui solo, perché tutti coloro che sperano in lui, non saranno confusi in eterno, e saranno stabili, fondati sopra la ferma pietra e, per ottenere questa santa grazia, ricorreremo alla Madre delle grazie, dicendo: Ave Maria.
Ancora ringraziamo il nostro Signore Dio e Padre celeste di tutti i doni e grazie che ci ha fatto e che di continuo ci fa, pregandolo che per l’avvenire si degni di soccorrerci in tutte le necessità sia temporali che spirituali: Padre nostro.
Preghiamo ancora la Madonna che si degni di pregare il duo dilettissimo figliolo per tutti quanti noi, perché si degni di concederci di essere umili e mansueti di cuore, di amare la sua divina Maestà sopra ogni cosa e il prossimo nostro come noi stessi e perché estirpi i nostri vizi, accresca le virtù e ci dia la sua santa pace: Ave Maria. Dio vi dia la sua pace (i presenti si scambiano la pace).
Ancora preghiamo Dio per la sua Chiesa perfettissima in cielo, cioè per i beati, perché ne accresca il culto; per la Chiesa perfetta in terra, cioè per quelli che sono nella sua grazia, perché accresca loro le virtù e grazia e li conservi nell’osservanza dei suoi comandamenti; per la Chiesa imperfetta, cioè per i peccatori, perché conceda loro conversione di vita e remissione dei peccati; per la Chiesa purgante, perché li liberi dalle pene e dia loro la gloria eterna; per quelli che potranno essere sua Chiesa, cioè per gli infedeli che sono la presente e che saranno, perché doni loro il lume della fede.
Detto un Padre nostro e una Ave Maria si domandino le cose predette mentalmente al Signore.
Poi una Ave Maria per monsignore cardinale di Chieti e per il padre Gaetano e per tutta la sua congregazione, per i padri Cappuccini, per il padre fra Paolo e i suoi compagni, per la madre suor Andrea e per la madre suor Arcangela e suor Bonaventura, per madonna Elisabetta Capello e per madonna Cecilia. Poi una Ave Maria per tutti i nostri padri sacerdoti presenti e assenti e che stanno per entrare in queste sante opere, per tutti i commessi e tutti gli altri nostri fratelli che sono loro affidati da servire, perché il Signore dia loro carità perfetta, umiltà profonda e pazienza per amore di sua Maestà. Poi per tutti i benefattori di tutte le opere, per i procuratori, cassieri, spenditori e per tutti quelli che danno aiuto, consiglio e favore a tutte queste opere. Ave Maria.
Poi per...
Poi per tutti quelli che si raccomandano alle nostre orazioni, per quelli che pregano Dio per noi e per quelli per i quali siamo in debito di pregare, per i nostri amici e nemici e per tutti i fedeli defunti, soprattutto per i nostri genitori e i nostri fratelli e sorelle, parenti e amici, e anche per il nostro padre Girolamo e tutti gli altri nostri fratelli della Compagnia e tutti i defunti di queste opere pie: Ave Maria.
Poi eleviamo la mente a Dio e preghiamolo che si degni per la sua misericordia di esaudire le orazioni fatte così miseramente, che supplisca lui per tutti i difetti fatti da noi, perché è lui principio, mezzo, fine e compimento di ogni bene. Fate queste ed altre orazioni come il Signore vi ispira.
Poi si fa ancora orazione mentale per lo spazio di un miserere. Poi si continua:
Umiliamoci tutti al cospetto del nostro Padre celeste come figlioli prodighi che abbiamo dissipato ogni nostro bene spirituale e temporale, vivendo malamente, e perciò domandiamogli misericordia, dicendo: Misericordia, concedici la tua misericordia, Figlio del Dio vivo. O Dio, sii propizio a me peccatore. Nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito Santo. Amen.
Quindi il sacerdote dice un’orazione come il Signore gli ispira e, terminata, si dicono tre Padre nostro e tre Ave Maria, sotto voce, con le braccia in croce, pregandolo in memoria dei tre chiodi con i quali volle essere crocifisso, che ci conceda la grazia di disprezzare tutte le cose del mondo e noi medesimi.
E preghiamo per la Chiesa, perché si degni di riformarla allo spirito primitivo della sua santa Chiesa e perché si degni di mettere pace e concordia tra tutti i capi cristiani, affinché uniti in una pace santa, vadano contro gl’infedeli ed eretici, così che si convertano e vengano sotto il giogo della santa Chiesa cattolica.
Poi si dice un padre ed un Ave in segreto a onore e gloria di tutti i santi e sante, e di tutti gli angeli, arcangeli, soprattutto di quelli che ci hanno in custodia, perché ci difendano da ogni tentazione del mondo, della carne e del demonio; si degnino di presentare tutte le nostre tiepide orazioni davanti al nostro Signore Dio e pregarlo che ci voglia esaudire e preservare da ogni mormorazione e da ogni giudizio temerario e ci faccia camminare nella verità per la sua sanata via
Si propone che nell’esporre il Santissimo Sacramento per le 40 ore si faccia una piccola processione, almeno intorno alla Chiesa; riposto, poi, il Santissimo Sacramento sull’altare, si canti la laude del Dolce Gesù; questa processione si faccia con i misteri della passione, se vi sono, altrimenti, senza. Alla fine delle ore dopo la Salve Regina si dica l’Oremus Deus qui nobis sub sacramento mirabili...la stessa orazione si dica nella Messa
Mandare spesso i ragazzi alla questua, soprattutto con le bussole alle porte delle Chiese, è causa di rilassamento e di distrazione dalle cose spirituali.
Si propone di non mandare i fanciulli ad accattare alle porte delle chiese né denaro, né altro; si invita a trovare il modo di lavorare tanto da poter vivere del proprio sudore e solo in caso di assoluta necessità si cerchi l’elemosina.
Ottenuto: Si faccia con il permesso degli Ordinari.
Ottenuto: man mano che aumenta il lavoro si diminuisca nel mandare a chiedere l’elemosina alle porte delle chiese.
Si propone che nelle Domeniche, oltre l’ufficio della Madonna, dopo il Vespro della Beata Vergine Maria, si dica il vespro per tutti i fedeli defunti, soprattutto per i benefattori; il Lunedì, dopo il mattutino dell’ufficio della Madonna, si dicano un notturno e le lodi dell’ufficio per i fedeli defunti; il Mercoledì, stando seduti, i sette salmi penitenziali; il Giovedì l’ufficio dello Spirito Santo; il Venerdì l’ufficio della croce o della Passione; la Domenica, dopo il mattutino dell’ufficio della Madonna, si dicano, in ginocchio, i sette salmi penitenziali, le litanie e le orazioni.
Si propone che tutti i membri della Compagnia il Venerdì, di buon mattino, privatamente facciano la disciplina in memoria della passione del nostro Signore.
E’ stato ottenuto che la Domenica, dopo l’ufficio della Madonna, si dicano i sette salmi penitenziali. Nei giorni feriali non si dirà altro che l’ufficio della Madonna; se negli stessi giorni concorresse qualche festa, allora si dica l’ufficio dei defunti; così il Mercoledì si dicano i sette salmi graduali; il giovedì l’ufficio dello Spirito Santo e il venerdì quello della Croce, sempre che in questi giorni concorra qualche altra festività.
Si propone di dare un aiutante ai commessi che lavorano negli ospedali; questi, appartengano o meno alla compagnia, durante il capitolo restino al posto del commesso; quando il commesso dovrà partecipare al Capitolo, abbia anche l’incarico di radunare tutti i ragazzi di quell’opera e, dopo aver pregato, li interroghi, uno per uno, sul comportamento del commesso. Questo aiuto-commesso prenda con sé due presidenti che indaghino la stessa cosa: tutto sia messo per scritto e mandato al Capitolo ma non tramite il commesso.
Si vede, per esperienza, che in quasi tutti gli ospedali avvengono molti disordini e disobbedienze e che molti ne restano scandalizzati e male impressionati; considerando poi che questo proviene dal comportamento dei commessi che sono indiscreti, senza zelo per le anime e senza vigilanza su se stessi; osservando, infine, come quelli che provocano questi disordini non sono fermi e stabili nelle opere, si propone che i commessi si prendano cura prima di se stessi e poi di quelli ai quali sono preposti a servire; si faccia una diligente indagine su tutto l’andamento della casa; a chi è di disturbo e si prevede di non poterlo correggere, si trovi altra strada; lo si mandi a stare con altri offrendogli una migliore via di salvezza.
Iesus + Christus
Il mio parere.
Noi poveri chiediamo che i nostri sacerdoti: possano vivere di elemosine, sub titulo vitae communis; possano celebrare secondo il rito romano, privatamente, con i nostri poveri, anche durante gli interdetti, non causati da noi; possano confessare a cne i congiunti; nelle nostre opere possano dire insieme l’ufficio; possano predicare pubblicamente; gli aspiranti al sacerdozio possano essere ordinati anche senza patrimonio; possano eleggersi un capo cui prestare obbedienza; possano rinunziare ad ogni cosa sub titulo vitae communis; infine chiediamo che gli stabiliti in queste sante opere o ad esse aggregati possano ricevere in punto di morte l’indulgenza plenaria e in vita le statione.
Per ogni altra cosa stare sotto la giurisdizione dell’ordinario.
Si propone di fare il Capitolo soltanto due volte all’anno e, per non interrompere le devozioni, si abbia la precauzione di non farlo in tempo di quaresima. Invece del capitolo si mandi più spesso qualcuno in visita e questa sia fatta da due persone che si dividano la città, non potendo uno solo attendere convenientemente a tutti i luoghi.
Si propone di sentire il parere dei fratelli prima di accettare qualcuno nella Compagnia.
Si è ottenuto che il capitolo venga fatto soltanto due volte all’anno, di sei mesi in sei mesi, ma da un capitolo all’altro si continui l’usanza di andare due volte in visita.
Nessuno di quelli che si trovano nelle opere tenga segnalibri di seta.
Nel refettorio non si usino tovaglie ma ciascuno usi un povero tovagliolino; le tovaglie servano per altri bisogni; se qualche opera ne avesse in abbondanza servano per le altre opere. Accadendo che qualche persona nobile venga a pranzare dai poveri, si usi lo stesso modo, con un po' più di pulizia.
Non si compri mai carne tranne che in caso di vera necessità, per i malati e per gli anziani; quando non ci fosse nulla dato in elemosina, la Domenica o in qualche altra festa solenne, sia facoltà al commesso di far comperare qualche cosa a basso prezzo.
Se mancasse companatico da poterne dare a tutti, si dia solo agli anziani e ai ragazzi piccolini; distribuendolo, si dia a tutti in modo che ognuno ne abbia la sua porzione.
Nella casa dei poveri non si faccia arrosto di nessun tipo né in occasione del capitolo e né per altre circostanze tranne che per i malati.
Nelle opere i commessi ricordino continuamente di osservare la povertà soprattutto nel condire la minestra e nel bruciare la legna.
Si invitano i fratelli della Compagnia alla osservanza di quelle regole fatte e stabilite dalla felice e beata anima del nostro Padre Girolamo circa la povertà, tanto interiore che esteriore; l’osservanza di queste regole si manifesta anche dal modo di vestire.
La beata anima del nostro Padre Girolamo amava molto la povertà e lo dimostrò con l’esempio; se qualcuno, ispirato dal Signore, volesse conformarsi di più a questa volontà di povertà gli si diano camicie di lana, non di saia, però, non per desiderio di eccentricità ma per incitare gli altri fratelli a seguire il nostro Signore Gesù Cristo, nudo sulla croce.
Si facciano fare dei piccoli cappucci o dei mantellini per quelli che, nelle opere, vanno alla cerca, e servano per coprirsi in occasione della questua o dei viaggi.
Si faccia.
In tutte le opere si faccia quello che si può.
Sono stati eletti messer padre Federico, messer Padre Angelo Marco e messer Padre Marco come primo Padre e come consiglieri. Essi hanno autorità su tutta la Compagnia ma non possono ricevere né mandar via nessuno dalla Compagnia , non possono togliere o aggiungere usanze. Questo capitolo fu fatto a S.Maria di Sabbioncello il 24 agosto 1538.
A Pavia si accettano i bambini più piccoli con qualche altro più grandetto, che li aiuti ma che sia senza malizia. Non si accetti il luogo di Sabbioncelllo se non completamente libero.
Si dà incarico al P.Marco di trascrivere ordinatamente in unico libro, tutte le usanze e se ne facciano tante copie quante sono le case per darne una copia per luogo.
Io Don Luca Antonio Fasolo, chierico regolare di Somasca, con giuramento affermo di aver sentito da Tognò e da Togni, perché da me richiesti, se avessero conosciuto il Padre Girolamo Miani, essi mi raccontarono questo particolare: due fratelli, rivali tra loro, incontrandosi, mentre uno scendeva da Somasca e l’altro saliva da Vercurago, trovandosi uno di fronte all’altro verso la discesa cominciarono a bestemmiare la Vergine Santissima e il nostro Signore; il Padre Miani soggiunto mentre litigavano fra loro disse queste parole: fratelli che male ha fatto nostro Signore e la beata Vergine che bestemmiate così atrocemente? Io farò per voi la penitenza. Si inginocchiò e prese a masticare fango mentre chiedeva a Dio misericordia e perdono, quei due fratelli vedendo ciò fecero pace e si abbracciarono e si baciarono. Questo è quanto ho sentito dire dai due predetti uomini. Per di più ho sentito dire, avendo io allora 16 o 17 anni, che lo stesso nostro Padre Miani ha compiuto il miracolo della moltiplicazione del pane”.

(fine)